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SERIE A – 36a Giornata | L’Empoli torna alla vittoria dopo cinque mesi! Fazzini-Anjorin: alleluja alleluja!

EMPOLI (4-3-2-1) – 23 Vaszquez; 35 Marianucci, 34 Ismajli, 21 Viti; 11 Gyasi, 5 Grassi (dal 26′ st 8 Anjorin), 6 Henderson (dal 39′ st 90 Konate), 3 Pezzella; 10 Fazzini, 13 Cacace (dal 32′ st 7 Sambia); 99 Esposito (dal 39′ st 17 Solbakken). A disp. 1 Silvestri, 12 Seghetti, 98 Brancolini; 2 Goglichidze, 22 De Sciglio, 24 Ebuehi, 31 Tosto; 20 Kovalenko, 89 Campaniello. All. Roberto D’Aversa

PARMA (3-5-2) – 31 Suzuki; 15 Delprato, 46 Leoni, 5 Valenti; 20 Hainaut, 19 Sohm (dal 20′ st 27 Hernani), 16 Keita, 17 Ondrejka (dal 14′ st 23 Camara), 14 Valeri; 32 Pellegrino (dal 20′ st 30 Djuric), 13 Bonny (dal 32′ st 4 Balogh). A disp. 33 Marcone, 40 Corvi; 7 Benedyczak, 11 Almqvist, 18 Lovik, 39 Circati, 61 Haj, 65 Plicco, 98 Man. All. Cristian Chivu

Arbitro: Sig. Michael Fabbri di Ravenna (Carbone-Rossi | IV Uff.le Perri – VAR Paterna-Doveri)

Marcatori: al 11′ 10 Fazzini (E); al 28′ st 30 Djuric (P), al 42′ st 8 Anjorin (E).

Note: Angoli Empoli 4 Parma 0. Ammoniti: al 22′ 5 Valenti (P), al 31′ 5 Valenti (P); al 28′ st 13 Cacace (E), al 43′ st 21 Viti (E). Espulsi: al 31′ 5 Valenti (P) per doppia ammonizione. Recupero: 3′ pt – 5′ st. Spettatori: 13.500.

 

Dopo ventitré gare ufficiali tra campionato e Coppa Italia, delle quali venti di campionato, e dopo 153 giorni, ovvero ventidue settimane, l’Empoli torna alla vittoria. Una vittoria che al “Carlo Castellani Computer Gross Arena” addirittura mancava dallo scorso 4 novembre (1-0 al Como, ndr). Quella conquistata a tre minuti e mezzo dal novantesimo, grazie alla prodezza di Anjorin, è la prima vittoria dell’anno solare 2025.

Ma l’Empoli ha faticato, ha rischiato, seriamente rischiato, di mandare in fumo anche la partita contro i ducali; una gara che si era messa bene dopo undici minuti, con il gol di Fazzini, e benissimo intorno alla mezz’ora quando un doppio giallo di Valenti ha costretto il Parma a giocare in inferiorità numerica.

Gli uomini di D’Aversa hanno impattato bene, aggredendo gli avversari e cercando di mettere pressione alla retroguardia emiliana. Il gol di Fazzini nasce sugli sviluppi di un calcio d’angolo, ed è uno schema studiato in settimana: Henderson dalla bandierina disegna un rasoterra per il numero dieci azzurro che, sbucando da dietro, piazza la palla sotto la traversa, là dove Suzuki non può arrivare.

L’uno a zero galvanizza il Castellani, ma il Parma non si scompone e cinque minuti dopo sfiora l’immediato pari con un colpo di testa di Pellegrino, cross da destra di Sohm, che sfila di poco sul fondo, sorprendendo tutta la difesa azzurra, anche se schierata.

Poi il Parma si complica tremendamente la partita: Valenti nel giro di nove minuti, tra il 22′ ed il 31′, si prende due cartellini gialli e lascia i compagni in dieci; sacrosanto quello che determina il rosso, con Esposito lanciato a rete e con il numero cinque del Parma che lo tiene per la maglia, ma stupido il primo con una reazione su Henderson che poteva benissimo evitare.

L’Empoli dunque si ritrova, almeno sulla carta, la strada spianata: in vantaggio e con la superiorità numerica. L’ultimo quarto d’ora della prima frazione vede gli azzurri tenere il pallino della partita in mano, ma costruire solo due palle gol, entrambe concretizzate, purtroppo male, con due altrettanti calci piazzati: quello di Cacace si stampa sulla barriera, quello di Esposito invece è potente ma finisce sul fondo.

Il secondo tempo riparte con il copione visto nella prima frazione di gara. Al minuto 11 Henderson prova un tiro a giro che termina di pochissimo sul fondo, dopo però una deviazione di un difensore parmense che determina il calcio d’angolo. Nel minuto successivo è ancora lo scozzese dalla bandierina a pennellare in area, la difesa del Parma respinge, e sulla ribattuta Fazzini tenta un tiro al volo che scende solo dopo aver oltrepassato la traversa.

Ma dal ventesimo in poi, e dopo i cambi operati da Chivu, la partita sembra prendere una piega diversa. Il Parma, infatti, con Camara, Djuric ed Hernani riesce ad alzare il proprio baricentro; la presenza fisica di Djuric poi fa la differenza, ed Ismajli e Viti ora fanno fatica ad arginare lo strapotere fisico del centravanti boa del Parma, aiutato ai lati dal movimento sincronizzato dei gialloblu. D’Aversa lo intuisce e al 26′ inserisce Anjorin al posto di Grassi, stremato. Due minuti dopo, però, Cacace pasticcia a centrocampo, e da una situazione di vantaggio regala un calcio piazzato agli ospiti. Manna dal cielo per la tattica di Chivu, ovvero quella di sparagliare palloni difficili da gestire nel cuore dell’area di rigore empolese. Detto fatto. E così il minuto 28 diventa quello del “patatrac”: dal punto del calcio piazzato parte un lungo spiovente vero l’area di rigore azzurra, preciso per la testa di Djuric, che neanche sembra saltare; la palla schizza a centro area dove Vasquez viene “disturbato” dalla presenza di un compagno di squadra e da quello di Bonny, nessuno tocca il pallone che si infila in porta. Doccia gelata per l’Empoli e per tutto lo stadio, mentre esplode la gioia incontenibile degli ospiti. Ora l’inferiorità numerica del Parma non si vede più. Anzi. Il Parma spinge, in dieci cerca l’impresa che chiuderebbe il discorso salvezza. L’Empoli soffre, D’Aversa inserisce Sambia al posto di Cacace, mentre Marianucci ci prova con un tiro da fuori alto ma non di molto. Poi il tecnico empolese tenta il tutto per tutto con Konate e Solbakken al posto di Henderson ed Esposito.

E forse è proprio questa la mossa che fa saltare il banco dei piani difensivi del Parma, perché il giovane ex Cagliari ed il norvegese tengono alta la squadra di D’Aversa, ma soprattutto è la perla di assoluto spessore di Anjorin, a duecento secondi dal novantesimo, ad illuminare la serata del Castellani. Un gol-capolavoro che da solo vale il costo del biglietto: controllo e tiro dai venti metri con il pallone che si infila sotto l’incrocio dei pali. Il gol dell’inglese viene accompagnato dal boato degli oltre undicimila tifosi empolesi, mentre in panchina si festeggia e succede di tutto. Nei cinque interminabili minuti di recupero Konate, in contropiede, si divora il possibile gol del 3-1.

Poi i tre fischi dell’arbitro Fabbri di Ravenna che sanciscono la fine delle ostilità, e perfino quello del clamoroso più lungo digiuno da vittorie della storia del club. Empoli batte Parma 2-1, “alleluja alleluja”, e si torna finalmente a respirare il gusto pieno di una vittoria, e dei tre punti.

Tre punti che fanno passare almeno per una notte l’Empoli fuori dalla zona retrocessione, in attesa di Hellas Verona-Lecce e di Venezia-Fiorentina. Ora due giorni di riposo, da martedì di nuovo in campo per preparare un’altra sfida crocevia di questo campionato, la trasferta in casa del già retrocesso Monza. L’Empoli conosce bene questo tipo di partite, la speranza è che Ancona e Palermo abbiano fatto scuola e che possano servire come panacea per non fallire un’altra volta, perché in fondo ha ragione mister D’Aversa quando dice che “partite facili non esistono”, e come quando subito dopo Empoli-Parma in sala stampa ci ricorda che “abbiamo vinto solo la prima delle tre finali, e che ancora non si è fatto niente”.

Fonte: gabrieleguastella.it

L’esultanza di Tino Anjorin, inseguito da Samuele Viti, per il gol che decide la partita contro il Parma (Credit Ph EFC 1920)

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