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Fase 2: le regole di sicurezza inderogabili per i negozi

Mentre si definisce un calendario per la ripartenza della fase 2, che per molti potrebbe essere l’11 maggio, si definiscono le linee guida di sicurezza per tutti gli esercenti. Negozi di abbigliamento, scarpe, articoli per la casa dovranno rispettare le indicazioni del Governo che mette la salute di tutti al primo posto.

La misura di riferimento per il Governo sono i 40 metri quadrati, chi ha locali di questa metratura potrà far entrare una persona alla volta con un massimo di due operatori all’interno, per i negozi più piccoli potrà rimanere solo un dipendente, mentre per “oltre 40 metri quadri l’accesso è regolamentato in funzione degli spazi disponibili, differenziando, ove possibile, i percorsi di entrata e di uscita”.

Il personale dovrà sempre indossare guanti e mascherine, nei negozi alimentari i clienti potranno toccare il cibo solo se indosseranno i guanti e nelle file all’esterno si dovrà indossare la mascherina, oltre a mantenere le distanze di sicurezza. I dispenser di gel igienizzante dovranno trovarsi all’ingresso e prima delle casse e touch screen. Per i negozi di ampia metratura dovranno essere previsti diversi punti in cui trovare i dispenser.

La sanificazione dei locali dovrà avvenire prima della ripartenza e riguarderà anche i filtri dell’aria condizionata, mentre durante la riapertura, dovrà essere fatta due volte al giorno: all’apertura e alla pausa. Si userà ipoclorito di sodio ed etanolo per camerini, maniglie, cassa, bagni, vetrine.

Si raccomanda anche di sanificare i vestiti provati dalla clientela e non acquistati, ma i vertici della categoria sono contrari per i costi e il rischio di rovinare la merce, così hanno proposto di adottare le stesse misure di sicurezza dei negozi di abbigliamento di bambini, solo la disinfezione due volte al giorno.

I parrucchieri potranno riaprire su appuntamento, potendo lavorare su un cliente alla volta visto che si tratta di un settore a rischio e la riapertura prevista tra l’11 e il 18 maggio dipenderà molto dall’andamento dell’epidemia. Probabilmente verrà imposta una disinfezione due volte al giorno con dispenser all’ingresso e alle casse, oltre a garantire una disinfezione degli strumenti di lavoro e l’utilizzo di mascherine e guanti. Stessa sorte per i centri estetici, che dovranno seguire il modello utilizzato per i centri medici, oltre alla disinfezione di tutti gli strumenti utilizzati. durante il lavoro.

“Living In A Ghost Town”: i Rolling Stones tornano con un nuovo singolo dopo 8 anni

A pochi giorni dalla performance al “One World: Together At Home”, concerto casalingo promosso da Lady Gaga a favore del Fondo di solidarietà COVID-19 dell’OMS, arriva a sorpresa il nuovo singolo dei Rolling Stones, il primo in 8 anni.

“Living in A Ghost Town”, così si chiama la canzone, è stata scritta nel 2019 durante le sessions a Los Angeles e Londra per il nuovo album attesissimo dai fan, ma è stata rifinita solo in questi giorni di quarantena. Come spiega Mick Jagger su Instagram: “Non è stato scritto ora ma si adatta alla situazione che stiamo vivendo. E’ la storia di un posto pieno di vita che diventa un luogo dove non c’è più niente… una ghost town”.

“Allora, per farla breve. Più di un anno fa a Los Angeles avevamo pensato di tenere questo brano per un nuovo album, poi è scoppiato il casino e insieme a Mick abbiamo deciso che questa canzone doveva essere terminata adesso e così eccola qui”, ha spiegato Keith Richards in un video messaggio sul profilo social della band inglese. “Penso che questa canzone rispecchia l’umore del momento, spero che le persone che l’ascoltano siano d’accordo” ha commentato invece Charlie Watts, mentre Ronnie Wood ha espresso la sua riconoscenza per tutti i messaggi ricevuti in queste settimane di lockdown è ha definito il brano struggente.

A riprova del commento di Wood troviamo il testo della prima strofa: “La vita era così meravigliosa prima che ci chiudessero tutti, ci sentiamo come un fantasma che vive in una città fantasma”. Insieme alla canzone è uscito anche il video, che mostra gli effetti del lockdown nelle diverse capitali del mondo, da Londra a Kyoto e Los Angeles, tra strade vuote e stazioni della metropolitana vuote.

Richard Gere diventa papà per la terza volta a 70 anni

In questo momento difficile per la pandemia, arriva una buona notizia: Richard Gere è diventato papà per per la terza volta a 70 anni. La star del cinema e la moglie Alejandra Silva festeggiano la nascita del secondo figlio, che il realtà è il terzo per entrambi, già genitori di altri nati da precedenti relazioni.

L’attore di “Ufficiale e gentiluomo”, “Pretty Woman” e “Chicago” non ha perso tempo dopo il matrimonio nel 2018 con la moglie, di 30 anni più giovane di lui, infatti nel 2019 è nato il piccolo Alexander. Gere è già padre di Homer James Jigme, 19 anni, il figlio che ha avuto dal matrimonio con l’attrice Carey Lowell. La Silva invece ha avuto un altro figlio, Albert, dal matrimonio con Govind Friedland.

Alejandra Silva ha 37 anni, lavora nel settore marketing presso una società nel settore dell’aviazione ed è un’attivista politica. E’ anche la figlia di Ignacio Silva, ex vicepresidente del Real Madrid.

Lady Gaga: svela la tracklist di “Chromatica”

Lady Gaga ha annunciato sui propri canali social la tracklist del nuovo album, “Chromatica” e le collaborazioni all’interno dell’album. Il nuovo disco, il sesto della sua carriera, conterrà sedici tracce tra cui “Stupid Love”, uscita il 28 febbraio e vanterà la collaborazione di Elton John, Ariana Grande e del gruppo K-Pop Blackpink. Oltre alle 16 tracce sono incluse anche le tre bonus track “Love Me Right”, “1000 Doves (Piano Demo)” e “Stupid Love (Vitaclub Warehouse Mix)”.

L’album avrebbe dovuto uscire il 10 aprile, ma la star ha deciso di posticipare l’uscita a data da destinarsi, visto il periodo di pandemia globale: “Annuncerò presto una nuova data di rilascio per il 2020. Questo è un momento frenetico e spaventoso per tutti noi. E mentre credo che l’arte sia una delle cose più forti per darci gioia e conforto a vicenda in momenti come questo, non mi sembra giusto pubblicare questo album con quello che sta succedendo durante questa pandemia globale”. A tal proposito la Germanotta la settimana scorsa si è fatta promotrice del concerto “One World: Together At Home” a favore del Fondo di solidarietà COVID-19 dell’OMS. L’evento è stato trasmesso su dozzine di reti tv e in streaming in tutto il mondo.

Ecco la tracklist completa:
1. Chromatica I
2. Alice
3. Stupid Love
4. Rain on Me featuring Ariana Grande
5. Free Woman
6. Fun Tonight
7. Chromatica II
8. 911
9. Plastic Doll
10. Sour Candy featuring Blackpink
11. Enigma
12. Replay
13. Chromatica III
14. Sine From Above featuring Elton John
15. 1000 Doves
16. Babylon

Alberto Angela racconta del sequestro in Niger: “Ho rischiato di essere ucciso”

In un’intervista al settimanale DiPiù, Alberto Angela racconta i tragici momenti passati diciotto anni fa, mentre si trovava in Africa per girare una puntata di Ulisse, il piacere della scoperta. Un’esperienza che l’ha segnato: “Nel 2002 ho rischiato di essere ucciso. Sono stato sequestrato e picchiato da criminali nel Niger. Ho temuto davvero di non rivedere più mia moglie”.

Mentre si trovava in Niger venne assalito, insieme a sei operatori della troupe, da tre banditi armati che lo hanno picchiato e rapinato, ma per fortuna senza ferite gravi. Quindici ore di paura e tortura che si sono concluse il mattino seguente: “Non abbiamo sconfinato, eravamo su un percorso ben noto, che ci era stato assicurato tranquillo, frequentato fino al giorno prima da turisti, tra Algeria e Niger; appena in territorio nigerino, dopo una cinquantina di chilometri in pieno deserto, si è materializzato un veicolo velocissimo da cui sono scesi tre individui, con turbante e occhiali da sole, kalashnikov e pistole alla mano, intimandoci di arrestarci” spiega Angela, quelli che sembravano militari erano in realtà dei banditi. “Dopo l’assalto sono seguite quindici ore di terrore: sotto tiro, calci nel costato, pugni alla tempia, schiaffi a mano aperta per sfondarti i timpani, interrogatori con urla e violenze psicologiche, uno alla volta, senza capire cosa volessero. Prima ci chiedevano hashish, poi alcol, soldi, ci domandavano se fossimo spie. Giocavano con noi, terrorizzandoci”.

Ormai si tratta solo di un ricordo e, nonostante la paura di quella notte, Alberto ammette che l’amore per il suo lavoro lo porterebbe a ricominciare a farlo, ben consapevole dei rischi in cui va incontro in certe parti del mondo.

Subsonica: domani esce il nuovo album “Mentale strumentale”

Dopo alcune misteriose clip pubblicate sui social, a sorpresa i Subsonica annunciano l’uscita del nuovo album “Mentale strumentale”. Domani, 24 aprile, verrà pubblicato il nono disco della band torinese in 24 anni di carriera, registrato e completato nel 2004 ma ma pubblicato. L’album è composto da dieci tracce che descrivono un viaggio di esplorazione e sperimentazione musicale della band.

Ma ecco come presentano il progetto i Subsonica: “Ecco la copertina di “Mentale Strumentale”, il nono album inedito dei Subsonica registrato e completato nel 2004 e mai ancora pubblicato.
Per anni abbiamo pensato che prima o poi sarebbe arrivato il momento adatto per fare uscire quei brani, senza schiacciarli tra un album di canzoni, l’annuncio di un tour e un progetto solista.
E la “sospensione temporale” che stiamo vivendo in queste settimane, strane e complicate, ci sembra dimensione particolarmente adatta.
È un momento di inevitabile riflessione, forse anche di immaginazione collettiva. Siamo improvvisamente tanti e tutti insieme a cercare di capire che mondo troveremo fuori dalla porta di casa quando torneremo ad uscire. Se ci sarà davvero un cambiamento, sarà dovuto esclusivamente alla capacità di slancio e all’esigenza di prospettive più aperte e coraggiose che ognuno di noi sarà in grado di coltivare.
Ecco perché pensiamo di proporre oggi, a chi ci ha sempre seguito, il resoconto di questa avventurosa esperienza, diversa per forma e densità da tutte quelle per cui siamo stati conosciuti fino ad ora.
Uscirà a mezzanotte.”

Ecco la tracklist:
1. DECOLLO – VOCE OFF
2. CULLATI DALLA TEMPESTA
3. ARTIDE 3 A.M.
4. A NORD DI OGNI LONTANANZA
5. DETRITI NELLO SPAZIO
6. A DI ADDIO
7. TEMPESTA SOLARE
8. DELITTO SULLA LUNA
9. STRUMENTALE
10. RIENTRO IN ATMOSFERA

Capitan Ventosa (Fabrizio Fontana) di “Striscia la notizia”, testimonial del progetto contro i disturbi alimentari “Non siete soli””

“Anoressia e bulimia sono patologie trascurate e si aggravano ancor di più in tempi di coronavirus: la reclusione forzata, destabilizza il metabolismo e sta amplificando le problematiche psicofisiche di convivenza con i disturbi alimentari che riguardano oltre 3 milioni di Italiani” e aggiunge Capitan Ventosa “ne soffrono soprattutto le donne e i sintomi iniziano già nei bambini di 8/10 anni”

Colonna sonora del progetto la canzone divenuta manifesto contro la bulimia “Eleonora sei normale” di Igor Nogarotto, il cui testo è il biglietto integrale lasciato dalla giovane bulimica Eleonora, alla madre, prima di suicidarsi.

Giancarlo Tonelli di Ascom

L’emergenza Coronavirus ha colpito duramente anche il settore del commercio locale con alcuni settori particolarmente penalizzati che ad oggi non vedono ancora nessuno spiraglio per la riapertura. Confcommercio Ascom, l’associazione che rappresenta oltre 16.000 aziende – piccole, medie imprese e professioni – del territorio bolognese è rimasta al fianco dei propri associati aiutandoli a rimanere in contatto coi propri clienti con nuove modalità. Sentiamo il direttore generale di Confcommercio Ascom Bologna Giancarlo Tonelli intervistato da Alessia Angellotti.

Giannantonio Mingozzi di Terminal Container Ravenna s.p.a.

Terminal Container Ravenna è il porto speciale per prodotti del Gruppo Contship, che ha fatto del suo punto forte la vasta gamma di servizi a valore aggiunto per rispondere a tutte le necessità della supply chain, grazie a strutture e competenze dedicate. Il tutto con il vantaggio di essere direttamente accessibile all’interno dell’area del terminal. Il suo presidente è Giannantonio Mingozzi, nome noto in Romagna per il suo passato da vicesindaco di Ravenna, e per il suo incessante impegno rivolto ai giovani universitari. Lo ascoltiamo intervistato da Vania Leone.

Un virus misterioso… per ora

La battaglia contro il Covid-19 è appena iniziata e questo virus resta perlopiù “sconosciuto”. le incognite sono il lungo tempo che occorre a negativizzarsi e l’immunizzazione. Gli anticorpi sviluppati da coloro che hanno contratto la malattia li renderanno immuni per tutta la vita o solo per un lasso di tempo limitato? A rispondere è il professor Andrea Cossarizza di Unimore, docente di Patologia Generale in prima linea nella ricerca sul SARS-CoV-2.

La battaglia contro il Covid-19 è pressoché appena iniziata e dunque questo virus resta ancora perlopiù “sconosciuto”. Poche le risposte e numerosi gli interrogativi: “io faccio lo scienziato e non l’indovino, dunque per avere risposte e certezze occorre ancora tempo”. E’ lapidario il professor Andrea Cossarizza di Unimore, docente di Patologia Generale in prima linea nella ricerca sul SARS-CoV-2. I ricercatori e i clinici dell’Ateneo di Modena e Reggio e dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena hanno già ottenuto alcuni importanti dati scientifici sulle modificazioni del sistema immunitario indotte dal virus ma è ancora prematuro cantar vittoria.

Raccogliere il numero maggiore di informazioni possibili è cruciale per capire l’immunopatogenesi dell’infezione da covid 19 ma restano numerose le zone d’ombra.
“Questo virus è particolarmente problematico non tanto per i danni che comporta di per sé, quanto per la drammaticità della risposta immunitaria che è capace di scatenare. E’ un po’ come se alle Olimpiadi, ad Usain Bolt, distrutto dopo aver corso i 200 metri e ormai privo di ogni energia, qualcuno dicesse ma come, perché ti fermi, non vedi che questa è una maratona? Con questo virus accade un po’ la stessa cosa: alcuni individui dopo essere entrati in contatto col virus sparano in un sol colpo tutte le cartucce a disposizione. La loro risposta immunitaria è talmente violenta che, in alcuni casi, può ucciderli in pochi giorni, un tempo rapidissimo”.

Gli anticorpi sviluppati da coloro che hanno contratto e superato la malattia li renderanno immuni per tutta la vita come accade per altre patologie o solo per un lasso di tempo limitato?
“Non ne abbiamo idea, al momento non vi sono evidenze di alcun tipo. Non si mette il carro davanti ai buoi e chi ha messo gli anticorpi davanti al virus ha sbagliato di grosso. Tutti noi auspichiamo che si possa sviluppare un’immunità permanente ma prima di affermarlo occorre dimostrarlo”.

Aldilà dei casi accertati ufficiali di positività avete un’idea di quanti in realtà possano essere entrati in contatto col virus? Considera affidabili i risultati delle campagne di screening per rilevare gli anticorpi nella popolazione?
“Non sono un epidemiologo quindi non posso dare indicazioni, perché non parlo mai di cose che non conosco bene, di certo è un numero molto elevato. Per quanto riguarda il capitolo screening credo vi siano due problemi di fondo: da un lato abbiamo la necessità di utilizzare test attendibili al 99%, e oggi non è così, il secondo è che non sappiamo se tutte le persone che entrano in contatto col virus sviluppino anticorpi o al contrario una risposta immunitaria insufficiente. Inoltre non abbiamo risposte circa l’eventuale capacità protettiva di tali anticorpi né, tantomeno, della sua durata. Avere anticorpi contro l’Hiv, ad esempio, non protegge dallo sviluppo dell’Aids mentre al contrario nel caso dell’Epatite B sì. Sul SARS-CoV-2 non abbiamo risposte in tal senso. Non dimentichiamoci che stiamo studiando questo virus da poco più di un mese. Per conoscerlo meglio occorre tempo così come ne serve altro per arrivare a un vaccino”.

Dunque quando la politica parla di favorire l’immunità di gregge in modo controllato attraverso la riapertura progressiva del tessuto produttivo in realtà non è supportata da alcuna evidenza scientifica…
“Non abbiamo alcun elemento per affermarlo. Se il virus non induce una risposta immunitaria efficiente in tutte le persone, gli anticorpi prodotti naturalmente potrebbero servire a poco e dunque l’insorgenza della immunità di gregge potrebbe essere molto difficile. Un altro paio di maniche è se viene fatto un vaccino che stimoli in modo mirato alcune componenti del sistema immunitario che potrebbero essere più capaci di dare protezione. Avere un vaccino efficace è una strada complessa: serviranno molti sforzi e un importante impegno da parte di tutti noi, ma non ho dubbi che ci arriveremo presto”.

Tra le incognite legate al SARS-CoV-2 vi è anche il lungo tempo che occorre a coloro che sono stati infettati a negativizzarsi. Vi sono persone che a un mese di distanza dalla comparsa dei sintomi, anche lievi, sono ancora positive.
“Un fenomeno – risponde il professor Cossarizza – per il quale non abbiamo ancora una spiegazione. Probabilmente vi saranno fattori genetici che influenzano la risposta individuale di ciascuno al patogeno, ma d’altronde questa affermazione è un’ovvietà, qualunque risposta immunitaria infatti è basata sulla genetica dell’ospite”.

Una cosa è certa, prima che la strategia di aggressione al virus mutasse, ovvero prima che si andassero a cercare i positivi nelle loro case per limitare complicanze ed eventuali ospedalizzazioni, molti contatti e familiari di malati non sono stati sottoposti a tampone e dopo i canonici 14 giorni di isolamento sono tornati al lavoro.

Questo di certo non ha aiutato ad arginare i contagi dal momento che potevano essere tanto asintomatici quanto positivi.
“Per avere delle risposte bisogna analizzare qualche decina di migliaia di persone. Solo così avremo le idee più chiare su come reagisce l’organismo entrando in contatto con questo patogeno. Noi da quattro settimane abbondanti praticamente viviamo in laboratorio, dove stiamo studiando letteralmente di tutto, giorno e notte. Siamo immersi in un lavoro complicato e faticoso ma sono in arrivo alcune novità importanti che vedrete molto presto. Questo è un momento storico, ricordiamoci che l’ultima pandemia che ha sconvolto il mondo risale a 100 anni fa e viaggiava sulle navi, sui treni… Quando il covid-19 ha fatto la sua comparsa in Cina, noi eravamo purtroppo abbastanza sicuri che sarebbe arrivato sin qui e presto. Era matematico, e quindi abbiamo attrezzato il nostro laboratorio in modo adeguato, restando in attesa che il virus facesse il suo ingresso in Italia, e quindi da noi. E così purtroppo è stato. Ma non ci siamo attrezzati in tempo solo noi ricercatori: anche il sistema sanitario locale e regionale ha retto bene un urto dalla violenza inaudita”.

Professore, crede che il peggio sia passato?
“Non lo so, spero di sì, anche perché, come tutti, avrei voglia di poter andare a cena fuori… comunque stiamo attenti, perché la ripresa sarà una grossa sfida, e sarà cruciale tenere alto il livello di attenzione”.
Insomma, So di non sapere è l’unica certezza di socratica memoria che abbiamo. Questo virus resta ancora perlopiù avvolto dal mistero e dunque la prudenza è d’obbligo. “So di non sapere – ma solo per ora”, conclude Andrea Cossarizza.

Jessica Bianchi

Fase 2: le regole di sicurezza inderogabili per i negozi

Mentre si definisce un calendario per la ripartenza della fase 2, che per molti potrebbe essere l’11 maggio, si definiscono le linee guida di sicurezza per tutti gli esercenti. Negozi di abbigliamento, scarpe, articoli per la casa dovranno rispettare le indicazioni del Governo che mette la salute di tutti al primo posto.

La misura di riferimento per il Governo sono i 40 metri quadrati, chi ha locali di questa metratura potrà far entrare una persona alla volta con un massimo di due operatori all’interno, per i negozi più piccoli potrà rimanere solo un dipendente, mentre per “oltre 40 metri quadri l’accesso è regolamentato in funzione degli spazi disponibili, differenziando, ove possibile, i percorsi di entrata e di uscita”.

Il personale dovrà sempre indossare guanti e mascherine, nei negozi alimentari i clienti potranno toccare il cibo solo se indosseranno i guanti e nelle file all’esterno si dovrà indossare la mascherina, oltre a mantenere le distanze di sicurezza. I dispenser di gel igienizzante dovranno trovarsi all’ingresso e prima delle casse e touch screen. Per i negozi di ampia metratura dovranno essere previsti diversi punti in cui trovare i dispenser.

La sanificazione dei locali dovrà avvenire prima della ripartenza e riguarderà anche i filtri dell’aria condizionata, mentre durante la riapertura, dovrà essere fatta due volte al giorno: all’apertura e alla pausa. Si userà ipoclorito di sodio ed etanolo per camerini, maniglie, cassa, bagni, vetrine.

Si raccomanda anche di sanificare i vestiti provati dalla clientela e non acquistati, ma i vertici della categoria sono contrari per i costi e il rischio di rovinare la merce, così hanno proposto di adottare le stesse misure di sicurezza dei negozi di abbigliamento di bambini, solo la disinfezione due volte al giorno.

I parrucchieri potranno riaprire su appuntamento, potendo lavorare su un cliente alla volta visto che si tratta di un settore a rischio e la riapertura prevista tra l’11 e il 18 maggio dipenderà molto dall’andamento dell’epidemia. Probabilmente verrà imposta una disinfezione due volte al giorno con dispenser all’ingresso e alle casse, oltre a garantire una disinfezione degli strumenti di lavoro e l’utilizzo di mascherine e guanti. Stessa sorte per i centri estetici, che dovranno seguire il modello utilizzato per i centri medici, oltre alla disinfezione di tutti gli strumenti utilizzati. durante il lavoro.

“Living In A Ghost Town”: i Rolling Stones tornano con un nuovo singolo dopo 8 anni

A pochi giorni dalla performance al “One World: Together At Home”, concerto casalingo promosso da Lady Gaga a favore del Fondo di solidarietà COVID-19 dell’OMS, arriva a sorpresa il nuovo singolo dei Rolling Stones, il primo in 8 anni.

“Living in A Ghost Town”, così si chiama la canzone, è stata scritta nel 2019 durante le sessions a Los Angeles e Londra per il nuovo album attesissimo dai fan, ma è stata rifinita solo in questi giorni di quarantena. Come spiega Mick Jagger su Instagram: “Non è stato scritto ora ma si adatta alla situazione che stiamo vivendo. E’ la storia di un posto pieno di vita che diventa un luogo dove non c’è più niente… una ghost town”.

“Allora, per farla breve. Più di un anno fa a Los Angeles avevamo pensato di tenere questo brano per un nuovo album, poi è scoppiato il casino e insieme a Mick abbiamo deciso che questa canzone doveva essere terminata adesso e così eccola qui”, ha spiegato Keith Richards in un video messaggio sul profilo social della band inglese. “Penso che questa canzone rispecchia l’umore del momento, spero che le persone che l’ascoltano siano d’accordo” ha commentato invece Charlie Watts, mentre Ronnie Wood ha espresso la sua riconoscenza per tutti i messaggi ricevuti in queste settimane di lockdown è ha definito il brano struggente.

A riprova del commento di Wood troviamo il testo della prima strofa: “La vita era così meravigliosa prima che ci chiudessero tutti, ci sentiamo come un fantasma che vive in una città fantasma”. Insieme alla canzone è uscito anche il video, che mostra gli effetti del lockdown nelle diverse capitali del mondo, da Londra a Kyoto e Los Angeles, tra strade vuote e stazioni della metropolitana vuote.

Richard Gere diventa papà per la terza volta a 70 anni

In questo momento difficile per la pandemia, arriva una buona notizia: Richard Gere è diventato papà per per la terza volta a 70 anni. La star del cinema e la moglie Alejandra Silva festeggiano la nascita del secondo figlio, che il realtà è il terzo per entrambi, già genitori di altri nati da precedenti relazioni.

L’attore di “Ufficiale e gentiluomo”, “Pretty Woman” e “Chicago” non ha perso tempo dopo il matrimonio nel 2018 con la moglie, di 30 anni più giovane di lui, infatti nel 2019 è nato il piccolo Alexander. Gere è già padre di Homer James Jigme, 19 anni, il figlio che ha avuto dal matrimonio con l’attrice Carey Lowell. La Silva invece ha avuto un altro figlio, Albert, dal matrimonio con Govind Friedland.

Alejandra Silva ha 37 anni, lavora nel settore marketing presso una società nel settore dell’aviazione ed è un’attivista politica. E’ anche la figlia di Ignacio Silva, ex vicepresidente del Real Madrid.

Lady Gaga: svela la tracklist di “Chromatica”

Lady Gaga ha annunciato sui propri canali social la tracklist del nuovo album, “Chromatica” e le collaborazioni all’interno dell’album. Il nuovo disco, il sesto della sua carriera, conterrà sedici tracce tra cui “Stupid Love”, uscita il 28 febbraio e vanterà la collaborazione di Elton John, Ariana Grande e del gruppo K-Pop Blackpink. Oltre alle 16 tracce sono incluse anche le tre bonus track “Love Me Right”, “1000 Doves (Piano Demo)” e “Stupid Love (Vitaclub Warehouse Mix)”.

L’album avrebbe dovuto uscire il 10 aprile, ma la star ha deciso di posticipare l’uscita a data da destinarsi, visto il periodo di pandemia globale: “Annuncerò presto una nuova data di rilascio per il 2020. Questo è un momento frenetico e spaventoso per tutti noi. E mentre credo che l’arte sia una delle cose più forti per darci gioia e conforto a vicenda in momenti come questo, non mi sembra giusto pubblicare questo album con quello che sta succedendo durante questa pandemia globale”. A tal proposito la Germanotta la settimana scorsa si è fatta promotrice del concerto “One World: Together At Home” a favore del Fondo di solidarietà COVID-19 dell’OMS. L’evento è stato trasmesso su dozzine di reti tv e in streaming in tutto il mondo.

Ecco la tracklist completa:
1. Chromatica I
2. Alice
3. Stupid Love
4. Rain on Me featuring Ariana Grande
5. Free Woman
6. Fun Tonight
7. Chromatica II
8. 911
9. Plastic Doll
10. Sour Candy featuring Blackpink
11. Enigma
12. Replay
13. Chromatica III
14. Sine From Above featuring Elton John
15. 1000 Doves
16. Babylon

Alberto Angela racconta del sequestro in Niger: “Ho rischiato di essere ucciso”

In un’intervista al settimanale DiPiù, Alberto Angela racconta i tragici momenti passati diciotto anni fa, mentre si trovava in Africa per girare una puntata di Ulisse, il piacere della scoperta. Un’esperienza che l’ha segnato: “Nel 2002 ho rischiato di essere ucciso. Sono stato sequestrato e picchiato da criminali nel Niger. Ho temuto davvero di non rivedere più mia moglie”.

Mentre si trovava in Niger venne assalito, insieme a sei operatori della troupe, da tre banditi armati che lo hanno picchiato e rapinato, ma per fortuna senza ferite gravi. Quindici ore di paura e tortura che si sono concluse il mattino seguente: “Non abbiamo sconfinato, eravamo su un percorso ben noto, che ci era stato assicurato tranquillo, frequentato fino al giorno prima da turisti, tra Algeria e Niger; appena in territorio nigerino, dopo una cinquantina di chilometri in pieno deserto, si è materializzato un veicolo velocissimo da cui sono scesi tre individui, con turbante e occhiali da sole, kalashnikov e pistole alla mano, intimandoci di arrestarci” spiega Angela, quelli che sembravano militari erano in realtà dei banditi. “Dopo l’assalto sono seguite quindici ore di terrore: sotto tiro, calci nel costato, pugni alla tempia, schiaffi a mano aperta per sfondarti i timpani, interrogatori con urla e violenze psicologiche, uno alla volta, senza capire cosa volessero. Prima ci chiedevano hashish, poi alcol, soldi, ci domandavano se fossimo spie. Giocavano con noi, terrorizzandoci”.

Ormai si tratta solo di un ricordo e, nonostante la paura di quella notte, Alberto ammette che l’amore per il suo lavoro lo porterebbe a ricominciare a farlo, ben consapevole dei rischi in cui va incontro in certe parti del mondo.

Subsonica: domani esce il nuovo album “Mentale strumentale”

Dopo alcune misteriose clip pubblicate sui social, a sorpresa i Subsonica annunciano l’uscita del nuovo album “Mentale strumentale”. Domani, 24 aprile, verrà pubblicato il nono disco della band torinese in 24 anni di carriera, registrato e completato nel 2004 ma ma pubblicato. L’album è composto da dieci tracce che descrivono un viaggio di esplorazione e sperimentazione musicale della band.

Ma ecco come presentano il progetto i Subsonica: “Ecco la copertina di “Mentale Strumentale”, il nono album inedito dei Subsonica registrato e completato nel 2004 e mai ancora pubblicato.
Per anni abbiamo pensato che prima o poi sarebbe arrivato il momento adatto per fare uscire quei brani, senza schiacciarli tra un album di canzoni, l’annuncio di un tour e un progetto solista.
E la “sospensione temporale” che stiamo vivendo in queste settimane, strane e complicate, ci sembra dimensione particolarmente adatta.
È un momento di inevitabile riflessione, forse anche di immaginazione collettiva. Siamo improvvisamente tanti e tutti insieme a cercare di capire che mondo troveremo fuori dalla porta di casa quando torneremo ad uscire. Se ci sarà davvero un cambiamento, sarà dovuto esclusivamente alla capacità di slancio e all’esigenza di prospettive più aperte e coraggiose che ognuno di noi sarà in grado di coltivare.
Ecco perché pensiamo di proporre oggi, a chi ci ha sempre seguito, il resoconto di questa avventurosa esperienza, diversa per forma e densità da tutte quelle per cui siamo stati conosciuti fino ad ora.
Uscirà a mezzanotte.”

Ecco la tracklist:
1. DECOLLO – VOCE OFF
2. CULLATI DALLA TEMPESTA
3. ARTIDE 3 A.M.
4. A NORD DI OGNI LONTANANZA
5. DETRITI NELLO SPAZIO
6. A DI ADDIO
7. TEMPESTA SOLARE
8. DELITTO SULLA LUNA
9. STRUMENTALE
10. RIENTRO IN ATMOSFERA

Capitan Ventosa (Fabrizio Fontana) di “Striscia la notizia”, testimonial del progetto contro i disturbi alimentari “Non siete soli””

“Anoressia e bulimia sono patologie trascurate e si aggravano ancor di più in tempi di coronavirus: la reclusione forzata, destabilizza il metabolismo e sta amplificando le problematiche psicofisiche di convivenza con i disturbi alimentari che riguardano oltre 3 milioni di Italiani” e aggiunge Capitan Ventosa “ne soffrono soprattutto le donne e i sintomi iniziano già nei bambini di 8/10 anni”

Colonna sonora del progetto la canzone divenuta manifesto contro la bulimia “Eleonora sei normale” di Igor Nogarotto, il cui testo è il biglietto integrale lasciato dalla giovane bulimica Eleonora, alla madre, prima di suicidarsi.

Giancarlo Tonelli di Ascom

L’emergenza Coronavirus ha colpito duramente anche il settore del commercio locale con alcuni settori particolarmente penalizzati che ad oggi non vedono ancora nessuno spiraglio per la riapertura. Confcommercio Ascom, l’associazione che rappresenta oltre 16.000 aziende – piccole, medie imprese e professioni – del territorio bolognese è rimasta al fianco dei propri associati aiutandoli a rimanere in contatto coi propri clienti con nuove modalità. Sentiamo il direttore generale di Confcommercio Ascom Bologna Giancarlo Tonelli intervistato da Alessia Angellotti.

Giannantonio Mingozzi di Terminal Container Ravenna s.p.a.

Terminal Container Ravenna è il porto speciale per prodotti del Gruppo Contship, che ha fatto del suo punto forte la vasta gamma di servizi a valore aggiunto per rispondere a tutte le necessità della supply chain, grazie a strutture e competenze dedicate. Il tutto con il vantaggio di essere direttamente accessibile all’interno dell’area del terminal. Il suo presidente è Giannantonio Mingozzi, nome noto in Romagna per il suo passato da vicesindaco di Ravenna, e per il suo incessante impegno rivolto ai giovani universitari. Lo ascoltiamo intervistato da Vania Leone.

Un virus misterioso… per ora

La battaglia contro il Covid-19 è appena iniziata e questo virus resta perlopiù “sconosciuto”. le incognite sono il lungo tempo che occorre a negativizzarsi e l’immunizzazione. Gli anticorpi sviluppati da coloro che hanno contratto la malattia li renderanno immuni per tutta la vita o solo per un lasso di tempo limitato? A rispondere è il professor Andrea Cossarizza di Unimore, docente di Patologia Generale in prima linea nella ricerca sul SARS-CoV-2.

La battaglia contro il Covid-19 è pressoché appena iniziata e dunque questo virus resta ancora perlopiù “sconosciuto”. Poche le risposte e numerosi gli interrogativi: “io faccio lo scienziato e non l’indovino, dunque per avere risposte e certezze occorre ancora tempo”. E’ lapidario il professor Andrea Cossarizza di Unimore, docente di Patologia Generale in prima linea nella ricerca sul SARS-CoV-2. I ricercatori e i clinici dell’Ateneo di Modena e Reggio e dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena hanno già ottenuto alcuni importanti dati scientifici sulle modificazioni del sistema immunitario indotte dal virus ma è ancora prematuro cantar vittoria.

Raccogliere il numero maggiore di informazioni possibili è cruciale per capire l’immunopatogenesi dell’infezione da covid 19 ma restano numerose le zone d’ombra.
“Questo virus è particolarmente problematico non tanto per i danni che comporta di per sé, quanto per la drammaticità della risposta immunitaria che è capace di scatenare. E’ un po’ come se alle Olimpiadi, ad Usain Bolt, distrutto dopo aver corso i 200 metri e ormai privo di ogni energia, qualcuno dicesse ma come, perché ti fermi, non vedi che questa è una maratona? Con questo virus accade un po’ la stessa cosa: alcuni individui dopo essere entrati in contatto col virus sparano in un sol colpo tutte le cartucce a disposizione. La loro risposta immunitaria è talmente violenta che, in alcuni casi, può ucciderli in pochi giorni, un tempo rapidissimo”.

Gli anticorpi sviluppati da coloro che hanno contratto e superato la malattia li renderanno immuni per tutta la vita come accade per altre patologie o solo per un lasso di tempo limitato?
“Non ne abbiamo idea, al momento non vi sono evidenze di alcun tipo. Non si mette il carro davanti ai buoi e chi ha messo gli anticorpi davanti al virus ha sbagliato di grosso. Tutti noi auspichiamo che si possa sviluppare un’immunità permanente ma prima di affermarlo occorre dimostrarlo”.

Aldilà dei casi accertati ufficiali di positività avete un’idea di quanti in realtà possano essere entrati in contatto col virus? Considera affidabili i risultati delle campagne di screening per rilevare gli anticorpi nella popolazione?
“Non sono un epidemiologo quindi non posso dare indicazioni, perché non parlo mai di cose che non conosco bene, di certo è un numero molto elevato. Per quanto riguarda il capitolo screening credo vi siano due problemi di fondo: da un lato abbiamo la necessità di utilizzare test attendibili al 99%, e oggi non è così, il secondo è che non sappiamo se tutte le persone che entrano in contatto col virus sviluppino anticorpi o al contrario una risposta immunitaria insufficiente. Inoltre non abbiamo risposte circa l’eventuale capacità protettiva di tali anticorpi né, tantomeno, della sua durata. Avere anticorpi contro l’Hiv, ad esempio, non protegge dallo sviluppo dell’Aids mentre al contrario nel caso dell’Epatite B sì. Sul SARS-CoV-2 non abbiamo risposte in tal senso. Non dimentichiamoci che stiamo studiando questo virus da poco più di un mese. Per conoscerlo meglio occorre tempo così come ne serve altro per arrivare a un vaccino”.

Dunque quando la politica parla di favorire l’immunità di gregge in modo controllato attraverso la riapertura progressiva del tessuto produttivo in realtà non è supportata da alcuna evidenza scientifica…
“Non abbiamo alcun elemento per affermarlo. Se il virus non induce una risposta immunitaria efficiente in tutte le persone, gli anticorpi prodotti naturalmente potrebbero servire a poco e dunque l’insorgenza della immunità di gregge potrebbe essere molto difficile. Un altro paio di maniche è se viene fatto un vaccino che stimoli in modo mirato alcune componenti del sistema immunitario che potrebbero essere più capaci di dare protezione. Avere un vaccino efficace è una strada complessa: serviranno molti sforzi e un importante impegno da parte di tutti noi, ma non ho dubbi che ci arriveremo presto”.

Tra le incognite legate al SARS-CoV-2 vi è anche il lungo tempo che occorre a coloro che sono stati infettati a negativizzarsi. Vi sono persone che a un mese di distanza dalla comparsa dei sintomi, anche lievi, sono ancora positive.
“Un fenomeno – risponde il professor Cossarizza – per il quale non abbiamo ancora una spiegazione. Probabilmente vi saranno fattori genetici che influenzano la risposta individuale di ciascuno al patogeno, ma d’altronde questa affermazione è un’ovvietà, qualunque risposta immunitaria infatti è basata sulla genetica dell’ospite”.

Una cosa è certa, prima che la strategia di aggressione al virus mutasse, ovvero prima che si andassero a cercare i positivi nelle loro case per limitare complicanze ed eventuali ospedalizzazioni, molti contatti e familiari di malati non sono stati sottoposti a tampone e dopo i canonici 14 giorni di isolamento sono tornati al lavoro.

Questo di certo non ha aiutato ad arginare i contagi dal momento che potevano essere tanto asintomatici quanto positivi.
“Per avere delle risposte bisogna analizzare qualche decina di migliaia di persone. Solo così avremo le idee più chiare su come reagisce l’organismo entrando in contatto con questo patogeno. Noi da quattro settimane abbondanti praticamente viviamo in laboratorio, dove stiamo studiando letteralmente di tutto, giorno e notte. Siamo immersi in un lavoro complicato e faticoso ma sono in arrivo alcune novità importanti che vedrete molto presto. Questo è un momento storico, ricordiamoci che l’ultima pandemia che ha sconvolto il mondo risale a 100 anni fa e viaggiava sulle navi, sui treni… Quando il covid-19 ha fatto la sua comparsa in Cina, noi eravamo purtroppo abbastanza sicuri che sarebbe arrivato sin qui e presto. Era matematico, e quindi abbiamo attrezzato il nostro laboratorio in modo adeguato, restando in attesa che il virus facesse il suo ingresso in Italia, e quindi da noi. E così purtroppo è stato. Ma non ci siamo attrezzati in tempo solo noi ricercatori: anche il sistema sanitario locale e regionale ha retto bene un urto dalla violenza inaudita”.

Professore, crede che il peggio sia passato?
“Non lo so, spero di sì, anche perché, come tutti, avrei voglia di poter andare a cena fuori… comunque stiamo attenti, perché la ripresa sarà una grossa sfida, e sarà cruciale tenere alto il livello di attenzione”.
Insomma, So di non sapere è l’unica certezza di socratica memoria che abbiamo. Questo virus resta ancora perlopiù avvolto dal mistero e dunque la prudenza è d’obbligo. “So di non sapere – ma solo per ora”, conclude Andrea Cossarizza.

Jessica Bianchi

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